lunedì 23 febbraio 2015

Il Coaching e il Counseling: differenze e analogie


Cos’è il Coaching?

Il coaching è una partnership tra un coach qualificato e una persona o un team che mira al raggiungimento di risultati straordinari sulla base di obiettivi stabiliti. Un coach aiuta i suoi clienti ad identificare e definire i loro obiettivi, definire ed implementare strategie per il loro raggiungimento. Il coach è insieme a loro, incoraggiandoli in ogni fase. Attraverso il processo di coaching le persone si concentrano sulle competenze e sulle azioni necessarie per produrre con successo risultati personali rilevanti. La persona o il team sceglie l’argomento della conversazione , mentre il coach ascolta  e contribuisce con osservazioni e domande ma anche con concetti e principi che possono aiutare a generare opportunità ed a identificare delle azioni. In particolare il coach aiuta a raggiungere gli obiettivi attraverso l’esplorazione/valorizzazione/allenamento di potenzialità, poteri e talenti individuali e/o organizzativi.

Cos’è il Counseling?

IL Counseling è l’ incontro tra counselor e paziente in cui attraverso il dialogo e la qualità della relazione che si instaura, si creano le condizioni ottimali per alleggerire il peso di preoccupazioni e dolori condividendoli con un ascoltatore attento, sensibile e partecipe. Il cliente viene “aiutato ad aiutarsi”, viene guidato a esaminare la sua situazione da diversi punti di vista sino a quando lui stesso riesce a scorgere nuovi orizzonti e diverse possibili soluzioni ai suoi problemi. Il counseling è un processo di formazione all’arte di saper gestire se stessi, incrementa la consapevolezza di sé. 


Quali differenze e quali analogie riscontriamo?

Il coaching  è una professione che supporta la crescita e lo sviluppo personale e professionale basato sul cambiamento individuale e orientato a specifiche azioni e risultati perseguibili. Il counseling è l’arte dell’ascolto. Attraverso l’ascolto si aiuta cioè una persona a sentirsi accolta e protetta così che possa tirar fuori i problemi esistenziali che la turbano nel qui ed ora. Sia il coaching che il counseling sono arti maieutiche, che non si propongono né di curare, né di addestrare. Il loro obiettivo è quello di tirare fuori le potenzialità presenti in ciascuno. La MAIEUTICA nasce con Socrate ed è la tecnica per cui, attraverso il dialogo, le verità sedimentate nella coscienza vengono portate alla luce e palesate dagli interlocutori con i propri mezzi in ragione dei passaggi logici propri del discorso. Il suo compito quindi, non era tanto insegnare la verità, quanto piuttosto quello di aiutare l'interlocutore a partorire la verità da sé, poiché ogni uomo, come si è detto, può venire a contatto con la verità nell'intimità non mediata della propria coscienza.
La prospettiva del coaching si dirige in avanti e si concentra sul futuro. Il counseling invece ha a che fare con la cura di una sofferenza e con disfunzioni e conflitti relazionali nel presente. Con il counseling si prova soprattutto a migliorare il funzionamento psicologico ed emotivo dell’individuo. Mentre nel coaching  si vuole pervenire a emozioni positive, poiché la cosa più importante è quella di creare delle strategie realizzabili  per il  raggiungimento di    specifici obiettivi nella vita privata o professionale. Nella relazione di coaching si da molta importanza all’azione, alla responsabilità, al proseguire le azioni avviate, ai cambiamenti pratici che il cliente può operare nella sua vita.
Nel counseling l’elemento essenziale è la relazione che si instaura tra il counselor e il cliente in quello specifico momento. Il cliente deve sentirsi accolto e protetto, deve avere la possibilità di sfogarsi e tirar fuori tutte le sue preoccupazioni. Nel coaching invece questo è solo l’inizio. Oltre ad accogliere, ascoltare ed allearsi con il cliente, il coach dovrà aiutarlo a tirar fuori le proprie potenzialità, a usarle e sfruttarle nella vita di tutti i giorni e a rimanere focalizzato sui propri obiettivi. Inoltre gli fornirà anche strumenti e metodologie per raggiungere mete più impegnative di quelle che si sarebbe posto da solo, quindi lo spronerà a fare sempre meglio.


Sarebbe possibile creare il “CoachCounseling”?


Essendo entrambe arti maieutiche e con il medesimo scopo, si potrebbe utilizzare inizialmente il counseling come puro ascolto e accoglienza, dopo di ché andare oltre con il coaching e tirare fuori le vere potenzialità del soggetto, spronandolo a fare sempre meglio. Questo soprattutto quando il cliente vuole analizzare le cause del suo problema, prima di affrontarlo e superarlo.
Si potrebbe proprio creare una nuova figura denominata “coachcoun” che potrebbe essere un mix perfetto tra il coach e il counselor, così da prendere gli elementi positivi dell’ uno e dell’ altro e integrarli. Bisogna comunque tener presente il fatto che un buon coach non può essere tale a meno che non sia anche un buon ascoltatore, quindi un buon counselor. Infatti uno dei requisiti principali nel coaching è proprio l’ascolto. Non si possono capire le potenzialità della persona che abbiamo di fronte se prima non l’accogliamo e non l’ascoltiamo. 
Inoltre, bisogna tenere ben presente che le persone in alcuni casi vanno da un coach non tanto per sviluppare le proprie abilità e potenzialità, quanto per una crisi di autogoverno della propria vita, cioè quando non sanno quale decisione sia la più giusta per loro. Questa cosiddetta crisi, porta sempre con sé notevoli sofferenze psicologiche, emotive e relazionali. Proprio in questa fase, potrebbe essere usato un approccio basato sul counseling, essendo il counselor una figura principalmente di sostegno esistenziale e psicologico. Infatti egli possiede conoscenze e competenze psicologiche atte a favorire soluzioni per disagi esistenziali e di comunicazione interpersonali e intrapsichiche. Quindi, per sfruttare al meglio le risorse di questi due approcci, dovremmo semplicemente al principio concentrarci sul counseling e successivamente sul coaching. 

Il “coachcoun”, essendo un esperto di entrambi gli approcci, dovrà inoltre valutare bene la persona che si troverà di fronte. Alcuni clienti infatti, si rivolgeranno a lui già con le idee chiare, ma altri dovranno invece essere guidati verso la direzione migliore. Ci potremmo quindi trovare di fronte ad un cliente particolarmente esigente dal punto di vista emotivo e psicologico, o al contrario trovarci di fronte una persona che vuole risolvere un problema molto pratico che non ha nulla a che vedere con atteggiamenti intrapsichici.   


Dott.ssa Sara Macario-Gioia 
Counselor & Life Coach
www.saramacariogioia.it

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